I terribili due è una fase di grande cambiamento che attraversa il bambino intorno ai due anni.
Questa fase viene manifestata con capricci e NO continui, che spesso fanno perdere la pazienza ai genitori.
Con Beatrice siamo in piena fase “terribili due”.
Per qualsiasi cosa, anche la più insignificante, fa capricci e impone il suo NO.
Molto spesso questi capricci sfociano in un pianto inconsolabile e in vere e poprie crisi isteriche.
La maggior parte delle volte si arrabbia con me e mi dice “cattiva mamma” si mette seduta con le braccia conserte e la testa bassa con aria offesa.
Sinceramente quando fa così, più o meno tutto il giorno, anche io entro in crisi, perdo la pazienza e mi faccio venire mille sensi di colpa.
Però poi noto che dopo qualche minuti è lei che viene a cercarmi per farsi fare le coccole.
Parlando con altre mamme con bimbi della stessa età, mi sono resa conto che non sono l’unica a vivere questa fase.
Menomale credevo di essere l’unica con la figlia con problemi caratteriali (sospiro di sollievo!).
Che cosa sono i terribili due
Intorno ai 18 mesi fino a 3 anni, tutti i bambini (chi più chi meno) attraversano questa delicata fase.
I bambini prendono coscienza di essere un individuo separato dalla madre, con personalità e desideri propri.
E’ una tappa evolutiva obbligata che conduce all’indipendenza.
Attraverso i NO e i capricci, che sono gli unici strumenti che ha a disposizione per affermare che è una persona diversa da mamma e papà, afferma il proprio desiderio di indipendenza.
Il bambino è però incerto del suo nuovo modo di essere e per questo i NO rappresentano anche le sue paure e le sue insicurezze.
Quindi possiamo stare tranquilli noi genitori che non sono comportamenti fatti apposta per farci arrabbiare.
Come gestire i terribili due
Per sopravvivere a questa delicata fase, importante per il bambino ma tanto faticosa per noi genitori, bisogna cercare di comprendere cosa sta accadendo a nostro figlio e seguire alcune indicazioni di massima:
- dare poche e chiare regole,
- parlare di emozioni, disapprovando i suoi comportamenti e non lui, quindi non dire “sei cattivo” ma dire “io ti voglio bene ma questo comportamento non mi piace” oppure “ora sei arrabbiato, e non possiamo parlare, rimani qui fino a quando ti sarai calmato e poi cercheremo di risolvere il problema”,
- dare un’alternativa se magari fa capricci su una cosa che non vuole mangiare o fare,
- incoraggiare i comportamenti positivi, lodarlo quando fa una cosa fatta bene o si comporta bene,
- insegnare il valore del chiedere scusa quando si comporta male verso un’altra persona, va bene anche con un abbraccio o un bacino.
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